La presenza di affioramenti relativi alla fine del Cretacico Superiore (83-66 milioni di anni fa) e la concentrazione di siti frequentati dall'uomo fin dal Paleolitico (Grotte e Ripari di Capelvenere, Marcello Zei, Torre dell’Alto, Cavallo, Uluzzo C, Uluzzo, Bernardini e Serra Cicora A), rendono il litorale neretino, e in particolare il tratto compreso nel Parco Naturale Regionale Porto Selvaggio-Palude del Capitano, un contesto unico per la ricchezza dei paesaggi e per la storia dell'Uomo, che nell’area ha visto avvicendarsi prima Homo neanderthalensis e, da 45.000 anni fa, Homo sapiens.
Gran parte dei reperti provenienti dalle ricerche archeologiche e paleontologiche condotte fin dagli anni Sessanta del secolo scorso nelle otto grotte del Parco e nel territorio, tra cui i più antichi fossili riferibili ai primi gruppi di Sapiens che si diffusero e occuparono definitivamente il continente europeo, sono conservati, studiati e valorizzati nel Museo della Preistoria di Nardò, che ha sviluppato il progetto di ricerca sui paesaggi stratificati del Distretto della Preistoria di Nardò (deliberazione G.C. n. 369 del 09/12/2021).
Tale ricchezza permette di affrontare temi riguardanti i cambiamenti ambientali e la trasformazione del paesaggio a partire da almeno 150.000 anni fa, attraverso un percorso che racconta l'evoluzione del territorio costiero, l'evoluzione e la diffusione dell'Uomo, le tracce delle frequentazioni umane nel Paleolitico, il Neolitico e l'Età del bronzo, il lavoro svolto dai ricercatori grazie alla presenza, negli spazi espositivi, del laboratorio di restauro e studio dei reperti.
POC PUGLIA 2014/2020 | Asse 6 | Azione 6.8
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